Sanità. Stabilizzazioni, nuove assunzioni, copertura del turn-over al 90% (percentuale unica in Italia): entrano 2.581 professionisti e operatori sanitari a tempo indeterminato. Dalla Regione un investimento da 25 milioni

Un investimento da 25 milioni di euro che la Regione fa per l’immissione in corsia, nelle strutture e nei servizi sul territorio di nuovi professionisti e operatori sanitari – medici, infermieri, ostetriche, tecnici – per rafforzare la sanità dell’Emilia-Romagna e continuare a garantire, con l’obiettivo di migliorarli ancora, quegli standard di qualità che da tempo la collocano ai vertici nazionali ed europei. Nell’ambito del Patto per il lavoro sottoscritto con organizzazioni sindacali e datoriali, enti locali, terzo settore e università con l’obiettivo di creare sviluppo e occupazione, sono stati sviluppati due accordi, sottoscritti dalla Regione il 19 settembre scorso con i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil e il 28 novembre con le rappresentanze della dirigenza medica dipendente e convenzionata delle Aziende sanitarie: grazie all’applicazione delle due intese, l’impegno della Regione consente di stabilizzare 402 operatori sanitari ora precari, di assumerne altri 500 e di garantire una copertura del turn-over pari al 90%, percentuale unica in Italia, un’operazione quest’ultima che porta all’immissione in ruolo altre 1.530 persone. Inoltre, vengono confermati i contratti in essere dei 149 medici reclutati per vincere la sfida della riduzione delle liste di attesa, con i tempi per visite ed esami specialistici riportati entro i 30 e 60 giorni praticamente nella totalità dei casi. Complessivamente, dunque, la manovra messa in campo e gli impegni condivisi coinvolgono 2.581 operatori.

Misure per le quali non bisognerà aspettare: le assunzioni a tempo indeterminato già fatte o programmate entro l’anno nelle Aziende sanitarie della nostra regione riguardano 1.860 operatori e sono relative alle stabilizzazioni e alla copertura del 90% del turn-over, cioè delle figure a tempo indeterminato cessate.

La cornice di riferimento è il Patto per il lavoro, da cui derivano i due accordi per la sanità. Il primo sottoscritto il 19 settembre scorso con i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, il secondo del 25 novembre con le rappresentanze della dirigenza, dipendente e convenzionata, delle Aziende sanitarie. L’accordo sottoscritto con la dirigenza, che risulta più interessata dal fenomeno del precariato, prevede la pianificazione del graduale superamento di questa situazione nel prossimo triennio. Per i convenzionati è prevista un’attenzione specifica nell’ambito dello sviluppo delle cure territoriali (per esempio, per le Case della salute) e all’applicazione delle convenzioni nazionali, con un focus sull’area dell’emergenza-urgenza.

Le sigle che hanno firmato l’accordo sulla dirigenza medica sono: Aaroi-Emac, Anaao-Assomed, Anpo-Ascoti-Fials medici, Cgil medici, Cisl medici, Fassid, Aupi-Simet-Sinafo-Snr, Fesmed, Fimmg, Fimp, Fvm, Sumai, Snami, Cimo medici.

Dopo la firma dell’accordo del 19 settembre, si è lavorato con i sindacati confederali per rendere operativi i contenuti in tempi brevi per l’area del comparto (infermieri, ostetriche, tecnici, sanitari e no, amministrativi). In particolare, in un incontro del 2 novembre scorso, sulle 400 nuove assunzioni (sulle 500 complessive) del comparto si è condiviso come obiettivo prioritario il superamento del lavoro atipico e delle criticità legate alla legge sull’orario di lavoro, e una suddivisione fra le Aziende che ha permesso di avviare a livello locale specifici piani di assunzioni. Un lavoro analogo è già programmato con le rappresentanze della dirigenza per le 100 assunzioni rimaste, con un incontro che si terrà oggi.

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